Fertilizzazione
L’agricoltura intensiva e mono-varietale ha tra le sue peggiori conseguenze l’impoverimento dei suoli, alla lunga (e ormai ci siamo) ciò significa in termini spiccioli l’impossibilità di produrre beni di sostentamento primari in modo sostenibile. La salute del suolo è il sine qua non dell’agricoltura sostenibile, senza un suolo ricco e vario di elementi nutritivi le piante crescono con continue carenze, soffrono, si ammalano, e necessitano di rimedi non naturali (fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi spesso nocivi ad insetti e microorganismi benefici). È di vitale importanza quindi non sfruttare mai eccessivamente il suolo applicando delle semplici pratiche agricole che ci permettono di mantenere il nostro terreno fertile: in primis le consociazioni tra piante e le rotazioni varietali, ovvero l’alternanza per famiglie delle piante che coltiviamo sullo stesso terreno.
La fertilizzazione naturale a base di letame, per esempio, che sia proveniente sempre da bestiame sano e allevato eticamente, oppure con la pratica del sovescio, che consiste nella piantumazione di varietà che apportano elementi nutritivi al terreno da lasciar crescere durante l’inverno e da trinciare e mischiare al terreno durante le vangature di inizio primavera. Alla fine della stagione estiva, dopo i raccolti e prima di seminare il sovescio, apriamo i campi ai nostri amici pastori e al loro bestiame, che in cambio di erba buona ci lasciano tanta materia organica già sul posto!